Gentile direttore,
è diventato ufficiale, si è diradata la nebbia, il sipario si è spalancato, il tabù è caduto e non esiste neanche più il pudore nel dire ciò che, purtroppo da mesi, come Obiettivo Ippocrate, andiamo ripetendo, oggi senza neanche avere più la lontana speranza di essere smentiti nei fatti: la politica ha deciso che l’esercente la professione sanitaria deve essere il capo espiatorio in un Ddl che, se verrà convertito in legge, senza le irrinunciabili e profonde modifiche, inaugurerà una nuova e violenta stagione di caccia alle streghe. È stato deciso nelle Aule di Montecitorio, è stato detto nelle stanze dove dovrebbero essere tutelati e, soprattutto, difesi i nostri diritti, è stato detto da coloro che hanno tra le mani i mezzi per compiere scelte coraggiose anche se difficili. Il Ddl Gelli nell’attuale impianto spalancherà le porte ad una aggressione individuale, “ad personam” di medici, ostetriche, infermieri, tecnici sanitari e tutte le professionalità che operano nella Sanità. Orde di avvocati di basso profilo ed eticamente propensi al facile guadagno, armeranno le menti ed i cuori, fragili e propensi, di centinaia di migliaia di cittadini con l’illusione, il miraggio menzognero, di un facile guadagno, travestito da giusto rimborso, se non dovuto e fallace vendetta.
L’esercente la professione sanitaria sarà la strega da sacrificare sul rogo dei nostri bisogni economici, il più facile, quanto improbabile, ammortizzatore sociale, in un momento di profonda crisi socio-economica e, purtroppo, morale. Brokers, con il sorriso dello squalo che si appresta a consumare la propria preda, abbandonata sola nel mare magno delle compagnie assicurative, si presenteranno con prodotti assicurativi estetici o giocattolo, che potranno tranquillizzare solo le coscienze di chi non sa o di chi sa, e per questo si crogiola per futuri facili guadagni, a fronte di rischi irrisori o addirittura inesistenti. Giudici soffocati da miriade di denunce, si troveranno ad arrabattarsi con una legge che si regge né su valori morali né norme giuridiche chiare e corrette, bensì su uno scheletro giuridico fragile sia sotto il profilo civilistico che penale, frutto della fretta e pressione (di chi?), di dare una parvenza estetica di soluzione ad una questione estremamente complessa, variegata e troppo delicata per essere lasciata in mano a poche persone, che non possono essere in grado da sole di dare una soluzione equa ed equilibrata, in un ambito così legato concretamente, umanamente, intimamente a ciascun individuo. La scelta è stata fatta, la vittime di questo trasferimento di responsabilità sono state individuate ed ora ce lo dicono in faccia: siamo noi, tutti coloro che lavorano nei Pronto Soccorso, nelle sale operatorie, nei reparti, negli ambulatori, nei laboratori, sul territorio per cercare di garantire le migliori cure possibili a ciascuno di noi, a ciascuno di voi! Ma siete veramente sicuri di questo? La realtà sfortunatamente per voi e per noi è ben più complessa. Se permetterete che nelle nostre menti e nei nostri cuori si instilli e lì cresca la paura, l’autotutela piuttosto che la tutela dei nostri pazienti, sapete cosa accadrà veramente?
Accadrà che a malincuore, magari con rabbia e delusione noi cambieremo il nostro modo di lavorare, nelle situazioni più difficili, più rischiose, nelle zone di grigio faremo, non ciò che offre le maggiori possibilità e speranze al nostro malato, ma ciò che meno ci espone, noi e le nostre famiglie, al rischio di vederci denunciati, perseguiti, vessati. Succederà che apprenderemo un nuovo lavoro, come ce lo impone questa politica, ma continueremo a lavorare. Salveremo meno persone, cureremo peggio, spenderemo di più ma cercheremo di proteggerci. Chi non avrà scelta saranno i pazienti, i cittadini e quindi anche ognuno di voi e, purtroppo di noi, che non avranno, non avremo, la certezza che venga fatto per la nostra salute, e quindi per la nostra vita ogni atto umanamente possibile, che venga per noi giocata anche l’ultima carta disponibile. Permettere che l’esercente la professione sanitaria possa essere denunciato come singolo professionista, anche se nel contesto di un servizio sanitario di garanzia, al di là di tante chiacchiere, tecnicismi, leggi ed emendamenti, questo comporterà. Se il diritto alle migliori cure possibili è un diritto secondario rispetto al diritto ad un giusto processo, per cui la tutela della serenità di un magistrato è più importante della serenità di un chirurgo che ha tra le mani la vita di un paziente, allora ditecelo, anzi scrivetelo nella nostra Costituzione e sfornate leggi a supportare e puntellare questo assioma.
Le vere domande sono quindi:
– Siete veramente coscienti di ciò che vi apprestate a votare?
– Siete veramente decisi ad assumervi la responsabilità di compiere questa scelta e comunicarla ad ogni singolo cittadino? Perché non saremo certo noi a farvi da portavoce in questa decisione scellerata!
– Esiste una politica che abbia abbastanza coraggio, intelligenza, lungimiranza, etica e cuore per impedire che tutto ciò avvenga?
Non serve che rispondiate a noi, ce ne accorgeremo da soli subito, ma abbiate l’onestà, e la temerarietà di dirlo a 60 milioni di italiani.
Massimiliano Zaramella
Presidente Obiettivo Ippocrate